Maria Grazia Franceschetti
	
	
		Opera 1^ classificata
	
	
	
		La sposa bambina
	
	
	Non si possono togliere i sogni
a Mahala, vestirla di bianco e prenderla 
in sposa con inganni e lusinghe.
Troppi pochi i suoi nove anni
per essere donna, dare la vita 
ad un uomo e farsi amante
in un letto di orrori e libidini.
Non si può dare ad una bimba 
il peso di un figlio, ma solo quello
leggero di una bambola con cui
giocare ad essere mamma,
farle cambiare il destino da bambina
a moglie e merce di scambio.
	
	Si può solo lasciarla alla sua età
di stupori e meraviglie,
ai suoi giri di danza su dune infuocate,
al coro felice dei fanciulli all’ombra
dei palmeti e togliere la tristezza
dagli occhi nerissimi, ridarle i suoi voli
di rondine, quel sorriso d’avorio,
tutto il tempo dorato della giovinezza.
Non si può a nove anni scambiare
la gioia con l’incubo e il dolore
schiava di un uomo padrone, rubarle
lo splendore delle favole di luce,
la stagione serena dei giochi, delle grida,
l’infanzia azzurra dei cieli. 
	
	
	
	Marco Bottoni
	
	
		Opera 2^ classificata
	
	
	Non è giorno,
io so,
di bagliore improvviso di lampo. 
	
	Carezzarti
di mano tremante
e di lievi respiri sfiorarti
	
	io posso
	
	ed insistere in questo cercarti
disperato e inesausto e impotente.
	
	Non è giorno di rombo di tuono,
di saetta che spacca la quercia;
	
	io non ho lo scalpello che scava
le sembianze di te via dal marmo,
non ho il fuoco che scioglie la ganga,
non ho l’acqua che lava via il fango
nel venire a cercare di te.
	
	Io soltanto
ho di te
versi scritti con mani di pomice,
un’eterna mai stanca carezza,
e un sentire continuo
	
	leggero
	
	come soffia,
di sera,
una brezza.
	
	
	
	Liliana Paisa
	
	
		Opera 3^ classificata
	
	
	
		Il cielo in testa
	
	
	Oggi è caduto il cielo in testa alla gente.
Nessuno ha fatto caso.
Camminavano con la pioggia sotto la pelle
e pensavano ad un errore genetico.
Dormivano con le ferite della Via Lattea sul tetto
e pensavano alla sindrome dell’abbandono.
È caduto il cielo in testa alla gente
e si è pensato che fosse la solitudine.
	
	
	
	Dario Marelli
	
	
		Opera 4^ classificata
	
	
	
		Elogio delle piccole cose
	
	
	Non ho cura dei viaggi nello spazio
dei teoremi e dei massimi sistemi
delle ultime invenzioni della scienza
delle borse di Prada e Valentino. 
Amo il profilo basso, la coerenza,
il pane appena cotto del mattino
il giornale portato in bicicletta
il cartone di latte sul gradino.
Mi piace uscir di casa e salutare
fermarmi ad ascoltare le parole
degli amici, sui bordi delle strade.
Pensar che tutto questo ancora esiste
non sia parte di un mondo superato.
E ritrovarsi a sera sul divano
con la tua voglia matta di aspettare
un gioco di sorrisi. E la mia mano.
	
	
	
	Betti Laura Iona
	
	
		Opera 5^ classificata
	
	
	
		Camminare nel vento
	
	
	Lui ti spinge,
lui ti avvolge
lui ti rende più leggera
fai volare i mie capelli
dolce Vento,
ai volare i mie pensieri
crea un lieve movimento
sulle foglie
che volteggiano lievi lievi
fermati ora ad ammirare
un secondo può bastare
per capire l’importanza
del leggiadro
dolce andare…
	
	
	
	Cristina Gaiani
	
	
		Opera 6^ classificata
	
	
	Un piumino
di luce
s’accosta
trans luce
sbeffeggiamdo
e mirando
l’infinità buia,
lei
incanto
e delizia…
	
	
	
	Vittorio Di Ruocco
	
	
		Opera 7^ classificata
	
	
	
		Tornerò a cercarti tra le foglie
	
	
	Nell’ora prepotente dell’oblio 
io tornerò a cercarti tra le foglie 
tra i petali fiammanti di un roveto 
tremulo come l’aria che s’infuoca.
Certo raggelerai al mio cospetto 
quando ti porgerò scarno e impietrito 
il mio più imperscrutabile sorriso. 
	
	Ti chiederai se il vento di una notte 
poté cambiare a un tratto il mio cammino 
se gli occhi che imploravano perdono
smarrirono per sempre la parola, 
se perso nelle latebre del tempo 
io sopravvissi intatto alla mia sorte.
Ma non avrai risposte dal mio cuore 
marcito nel più orribile tormento 
scarnito dal dolore e dal rimpianto.
	
	E se vorrai restare nel tuo cielo 
a masticare comode certezze 
non lascerò che pallidi ricordi 
a dondolare nella tua memoria.
Sarà un peregrinare nel passato 
fatto di nebbie fitte e silenziose,
per te che non sai leggere il presente 
sarà la lunga notte della vita. 
	Io resterò al tuo fianco silenzioso 
sperando che sia l’anima a parlarti 
a riportare in te l’intatta luce 
che svela la più dolce verità.
E non aver paura del rancore 
è come un fuoco freddo e primordiale, 
già pronto a trasformarsi se lo cerchi 
nel più potente brivido d’amore.
	
	Ma se il tuo volto dolce e tenebroso 
volgesse infine in altra direzione 
a me non resterà che un’ombra d’ombra 
a cui affidare il vano mio destino.
	
	
	
	Adelino Mattarello
	
	
		Opera 8^ classificata
	
	
	
		Silenzi
	
	
	Silenzi.
	Solo il fruscio
del vento.
	Come un sussurro:
urla,
richiami,
pianti.
	E… nel ricordo
il perdono.
	
	
	
	Andrea Camillo Giorgio Nata
	
	
		Opera 9^ classificata
	
	
	
		Io spero che il mondo
	
	
	Questa notte infinita
inghiotte il suo mondo 
al fondo del giorno sfinito. 
Con il volto malato d’un uomo, 
le mani dietro alla schiena, 
chiede il perdono 
prima che la botola si apra
sotto i suoi piedi.
Vorrei per incanto
che tutte le epidemie che flagellano l’aria 
svanissero al passaggio di nuvole bianche.
E mi domando se l’odio dell’essere umano, 
che trabocca e investe ogni cosa, 
possa avere mai fine.
Attraverso prudente i miei giorni,
col fastidio dei venti improvvisi sul viso,
alla vista di terre arse vive dal fuoco,
di plastiche che soffocano i mari,
di interi ghiacciai ridotti ad un niente.
Se talvolta rimango in silenzio, 
non lo faccio per gioco; 
mi siedo in un angolo, 
una penna alla mano 
sotto un volo di rondini che incidono il cielo, 
percorro i filari che portano al cuore, 
lontano da tutto 
io cerco il tepore di un sole 
che dolcemente scioglie i nodi delle parole;
là, non venirmi a cercare. 
Perché nel rumore leggero dei passi miei scalzi 
io faccio ritorno, 
sulla sabbia dorata d’una clessidra andata in frantumi.
Io spero davvero che il mondo possa guarire…
in fondo noi tutti 
non siamo che spazi di sogni rimasti nel vuoto degli occhi,
che desideriamo riempire.
	
	
	
	Giuseppe La Rosa
	
	
		Opera 10^ classificata
	
	
	
		Incontrarsi
	
	
	È nell’ultimo istante di questo tramonto
che ho di nuovo udito quella voce,
una voce che ogni tanto sento,
una ricongiunzione ed anche,
per me, una specie di assoluzione.
È lieve come un sussurro,
un sussurro che nasce
accanto ad un portone
in un pomeriggio d’estate
con i garriti delle rondini
a fare eco sotto i portici di Bologna.
È una somma di piccole cose la vita,
una somma di piccoli passi
e di minuti che non tornano più.
C’è in queste mie parole
un incontro fissato,
senza ora, senza data,
per trovarci ancora
nella penombra dolce di quel portico.
Io ci sarò,
sarò lì, puntuale, ma non so tu.
Io ti ricordo e, malgrado tutto,
incontrarsi per caso
non è stato un caso
nelle nostre vite.
	
	
	
	Morena Festi
	
	
		Opera Vincitrice del Trofeo Donna
	
	
	Malinconie del cuore 
in un giorno d’autunno
	Sfoglia il vento
pagine di pioggia…
	
	
	
	Antonio Costantin
	
	
		Opera Vincitrice del Premio Speciale «Natura – I Colli Euganei – Città di Montegrotto Terme»
	
	
	
		Profili
	
	
	…E la pianura 
si fece audace
la terra si mosse
in un giro di vento
creò armoniosi
profili
come note di
uno spartito 
suonate dal
variare delle
stagioni